Tuesday 30 November 2010



Viviamo tempi bui di sferzante mediaticità che ci regalano travasi di bile regolari e costanti ogni quarantasei ore. Abbronzati dal veleno dei nostri malandati fegati che ci pigmenta la pelle godiamo di tutti i frutti del giardino dell'etere.
Ieri andava in onda l'ultima puntata di un baraccone mediatico con rari e scarni addobbi di politicamente scorretto, a parte il mettere poi sfarzosi balletti in pieno bagaglino style e due capriole nella bara per Paolo Conte che ci stanno tutte (vai Paolo, la prossima faccela carpiata...e oleee!).
Un Vieni Via Con Me tirato in piedi tanto per farci annuire come caproni al pascolo con dieci dodici Quanto è vero a puntata; come se non sapessimo che quel puzzo che sentiamo tutti i giorni è realmente merda e non fumo di concia. Eppure, immaginandoci un pomposo Fazio che ci presenta con il microfono ben piantato nel retto ed il patetico sorriso da koala innamorato, ecco la nostra personale lista di cose che ci mancano dell'Italia (continuando comunque a viverci dentro):
- ci manca il buon cinema, quello di gente come Boldi che, coi finanziamenti statali alle spalle, si vanta della sua comicità non volgare nelle interviste; questo dopo averci propinato per natale peti esplosivi e pupazzi di neve con scope nel culo (e questo solo nei trailer domenicali);
- ci mancano i cari treni italiani, quei bei carri bestiame lerci come latrine turche e affollati come concerti di Gigi D'Alessio con Napoli nel cuore;
- ci mancano gli anticlericali che smerdano il papa e la chiesa tutta pubblicando sotto le Edizioni Paoline.
- ci manca un po' di sano fumo negli occhi di qualche scandaluccio fresco fresco da salotto bene con Barbara Impulso, di quelli con un milione di versioni tutte false, che ci faccia dimenticare anche solo per un attimo le nostre personali pezze al sedere;
- ci mancano le nostre madri con le loro menzogne culinarie mentre cerchiamo una paninoteca aperta alle 3 di notte
"mamma non hai messo i capperi negli involtini giusto?"
"certo che no, caro!"
numerica stimata: 18 capperi per cm quadro di braciola;
- ci mancano gli idoli italiani di una volta, ma se son tutti come la mascotte Ciao dei mondiali del '90 ne facciamo volentieri a meno;
- ci mancano quelle belle raccolte fondi sulla salvaguardia dei papaveri del basso Lazio e le buone vecchie campagne "una firma contro la droga", chè una firma, si sa, fa bruciare oppierie intere come le maledizioni di Fu Manchu;
- ci manca il poter comprare le parole a peso ai mercati Zanichelli, come il buon Mark Zuckerberg, animo nobile da segaiolo e cuor di novello miliardario, innamorato della parola Face. Speriamo solo che qualche pornostar italiana non prenda una lampionata decidendo di comprare anche la parola cazzo, altrimenti toccherà pagare i diritti pure su quello;
- ci manca il rigare dritto, lo scegliere la vita, diventare come tutti gli altri, con il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai-da-te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario di ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natali in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.


Monday 29 November 2010

Come se non bastassero la crisi di governo, i rifiuti a Napoli, le botte a Fede e la figlia della Nannini, ci piomba tra capo e collo il nuovo album dei Take That, imbolsiti come nemmeno i migliori Duran Duran e forti del ritorno del sempre mediocre Robbie Williams, spacciato per grande star rientrante nonostante il rovinoso declino della sua carriera solista.

Riusciranno i nostri intonatissimi eroi a far rivoltare ancora nella tomba i Beatles grazie a chi all'epoca li definì loro eredi, a smuovere nuovamente i cuori (e le assordanti corde vocali) di milioni e milioni di bercianti decerebrate e a vendere tonnellate di compact disc nell'era del download digitale, nonostante nel loro ultimo video ricordino molto da vicino l'ineffabile Immanuel Casto sulla copertina del suo Hits?

Mi auguro di no, dal profondo del mio cuore.

À la prochaine.

E.


P.S.: Riceviamo l'inaspettatissima (col cazzo, c'aveva 84 anni) notizia della dipartita di uno dei nostri attori preferiti. Siccome tra morti attuali e future di necrologi ne abbiamo già messi abbastanza, lasciamo l'incombenza a chi se ne occupa regolarmente. Possiamo solo aggiungere, alla luce di questo articolo, che a volte la morte sceglie proprio quelli sbagliati.

Sunday 28 November 2010


Muore oggi, con sommo dispiacere dei telespettatori tutti, Tiberio Massimo Maria Giulio Armando Culo Timperi, da tutti conosciuto come Tiberio Timperi (qui sopra con la candela votiva regalata a noi di idiosincrasialterata) .

IL FATTO. Il buon Tiberio, subito dopo aver terminato di condurre a fianco dell’imbolsita-ma-tirata Stefania Orlando la quattromilaseicentonovantasettesima puntata de “Il Lotto alle Otto “, si apprestava a tornare a casa dove ad attenderlo c’era Birillo, il buon bracco dalla vescica debole regalatogli per il compleanno dal telecronista sportivo Bruno Pizzul (con la dedica “all’uomo con gli occhi più belli del mondo, ti porterà tanta fortuna”). Ed è stato proprio salutando il buon Pizzul che Tiberio se n’è andato: infatti dopo aver premuto il pulsante per chiamare l’ascensore, veniva distratto dall’ex commentatore della nazionale di calcio e di catch sulle anguille, che lo invitava al ristorante “Mortacci al Ragù” in Piazzetta Della Buona Sorte pronunciando le ultime parole che il presentatore avrebbe ascoltato: “ Tibeeeerio, vieni a cena con meeee e Paaaaaolo Maldini?”.

Nel frattempo le porte scorrevoli si aprivano per un guasto, senza che l’ascensore fosse ancora arrivato, emettendo il classico “Dlin Dlon” di arrivo al piano.

Un passo. Solo un passo è stato fatale. Oltre al suo sguardo di ghiaccio rivolto verso Bruno e non dritto davanti a se, come avrebbe dovuto fare per salvarsi.

La risposta all’invito non è mai arrivata. E’ precitato giu per 8 piani. 28 metri di caduta. Queste le sue ultime parole.

Addio dolce principe dagli occhi azzurri. Di te ricorderemo soprattutto il fatto che non ci ricordiamo assolutamente nulla di meritevole per cui dedicarti una prece.


Saturday 27 November 2010

Per il diletto di grandi e piccini torna
L'Egoista in :"Proper planning and preparation"
Buona giornata a tutti voi (chiunque siate) e ai vostri progetti per il weekend (qualunque siano)!


cliccate sull'immagine per visualizzarla nel formato originale (sennò 'un ci leggete gnente!)

NOVITA'!
Finalmente in un formato leggibile!
non si legge niente?
Allora Clicca qua!

Friday 26 November 2010


Da un po' di tempo il signor Gulag... ehm... il signor Gugol s'è inventato questa bella pensata di addobbare la propria intestazione a seconda del santo del giorno, del compleanno del mese, della morte dell'anno, della copula del secolo.
Aspettando ovviamente la copula del secolo e rispolverando un nostro vecchio evergreen della serie Deconstruction Of The Memories (che è la sola scusa valida per questo post, non che ce ne importi meno di una quaglia che vola in tondo del compleanno della Pippi), ci associamo anche noi in un corale e asburgico augurio.

Thursday 25 November 2010



Chissà come mai nell'immaginare Gian Germano Giuliani che tira mille nocchini sulla testa di Emilio Fede, decantandogli tutti i salmi del Talmud e l'ordine invertito esatto di tutti i libri del Verga, ci risuonano nelle orecchie le dolci note di One More Kiss Dear di Vangelis.
L'amarissimo digestivo Giuliani avrebbe aggredito ieri sera il buon Fede come da rigorosa tradizione a fine di un lauto banchetto, ma anzichè fargli digerire i tre etti di pappardelle alla lontra ed il filetto d'antilope gli avrebbe provocato un'emicrania cubica guaribile in 3 giorni (sei). Si ignorano al momento i motivi della presunta aggressione, anche se un gossip rubato dagli archivi di Corona (direttamente dalla cartella "cazzate plausibili su cui estorcere") rivela i piccanti retroscena della battaglia per l'affidamento di Leopoldino, nipotino di Giuliani ma anche figlioccio e protetto del nostro antitetico giornalista. Il medicamentoso Giuliani si sarebbe risentito con Fede per aver introdotto il nipotino Leopoldo a feste pelobloccanti di bassa lega e ai riti orgiastici della stoppa presso la confraternita dell'Asso a Bastoni; qui sotto tre dei suoi massimi esponenti attualmente ricercati dalle autorità: da sinistra Spompanato Maila ( 42 anni - salvata da una vocale ), Pasqualino "Sette Bellezze" Bortolotti ( 51 anni - qui con il suo fido destriero BellerofRonte ) e Sportelli Nando ( 63 anni - in arte Reginello ).

Wednesday 24 November 2010



Ben 19 anni fa il mondo perdeva il maggior precursore della Dove c'è Gusto non c'è Perdenza philosophy, sviluppata poi in seguito dall'illustrissimo Prof. C.Aiazz .
Ebbene sì, brutto finocchiaccio dentone e non troppo segreto amante del baccello a cucù, ci manchi ancora!

Tuesday 23 November 2010


NOVITA'!
Finalmente in un formato leggibile!
non si legge niente?
Allora Clicca qua!

Monday 22 November 2010


Un vecchio adagio recita “Mal comune, mezzo gaudio”, ma se è per questo anche mia nonna era solita recitare sibillina “Finchè la bocca prende e il culo rende, in malora le medicine e chi le vende”.
Cosa vuol dire questo?
Ovviamente uno stracazzo, ma ci piace cominciare così questa settimana un po' uggiosa e un po' scaciona, dove le notizie sui giornali sono più succose di qualsiasi aggiornamento reality.
Che non si possa più fare affidamento su nulla lo avevamo subodorato già anni fa, ma che ci saremmo dovuti confrontare con la caduta di ogni punto fermo che ci circonda no, questo proprio non ce lo aspettavamo.
L'Onu plaude il Papa per la sua apertura all'uso dei condom, ma ancora non gli perdona l'attacco immotivato e crudele al pianeta Naboo quando, sotto le vesti bisunte di Darth Sidious, guidò un'intera armata di pretini sturasederi alla conquista di minorenni e verdi popovich.
Noi, da parte nostra, possiamo solo piangere l'addio alle scene di Jenna Jameson, ripresa qui sopra dall'occhio malandrino del fotografo mentre si intrattiene giocosamente con l'onorevole Maroni durante le prove della trasmissione Vieni via con me. Grazie Jenna. A te e a chiunque abbia avuto il buon gusto (nonché cuore) di coccolare le nostre notti insonni con il semighezziano palinsesto di Cattivi Pensieri su TeleCapri.

Sunday 21 November 2010


Tutto è iniziato con una fellatio ed è finito con un Bocchino.
E’ così che potremmo riassumere la carriera politica della poliedrica Mara Carfagna (qui sopra in un'immagine presa dal serial che la vede protagonista) : da ligia scolaretta a subrette disimpegnata, da Madame Pompadour (più pompa che dour) campana ad intransigente donna politica che neanche Margaret Tatcher.
La Nostra nasce nel 1975 a Salerno. Battezzata Maria Rosaria Diletta Bucolica Carfagna detta Mara, si intuisce sin da subito che la sua sarebbe stata una carriera sfavillante: alle scuole medie si fa fotografare in pose equivoche col professore di religione Tullio Piccirillo, detto “O’Polipone” per via del suo vizio di allungare un po’ troppo le mani sulle sue studentesse, ma senza disdegnare neanche qualche bel ragazzotto. Ottiene così la carica di rappresentante di classe e la perdita della verginità.
Al liceo scientifico decide di scalare le vette del potere scolastico relazionandosi intimamente con nell’ordine :
- in primo superiore il bidello Ciro Scognamiglio di anni38, affetto da calvizia incipiente e da colite cronica, un povero cristo bisognoso di affetto che lei mollò quando smise di procurarle briosche calde alle 10:45, ora della ricreazione. Ricreazione che lui sfruttava per espletare i suoi bisogni fisiologici;
- in secondo superiore il rappresentate d’istituto Giovanni Colantuono di anni 19 , storia finita male dato che lo stesso vergò sui muri del bagno la frase “Mara, tu sì propria ‘na bucchinara!”;
- in terzo il professore di filosofia Aristide Esposito detto “il Formaggione” di anni 46, dalla folta barba grigia e comunista fino alla punta dei piedi che era solito non lavare mai (da qui il suo soprannome), cosa che segnò la fine della loro storia dopo pochi mesi e il tracollo dei voti in filosofia della povera Mara;
- in quarto superiore il preside Gennaro Moscati, uomo dal profondo retaggio cattolico. Retaggio che gli impedì di penetrare l’intimo fiore di Mara, ma non di violarle con la sua verga gigante la cavità orale e il dioceneliberi, investendola così di tutta la sua autorità.

Grazie al suo lavoro diplomatico, Mara ottenne la carica di rappresentante di istituto ad interim fino al suo diploma.
Dopo aver finito il liceo, la giovane Mara capi subito che era destinata a cose importanti, a cambiare il mondo grazie alle sue grandi doti oratorie. Per questo decise di fare la subrette.
Dal 2000 al 2006 viene coinvolta in varie Gang Bang mascherate da programmi televisivi , come ad esempio “Piazza Grande”, il cui nome suggeriva sin da subito il gran Cuore e non solo della nostra, insieme al nano superdotato Giancarlo Magalli; o anche “La Domenica del Villaggio” (dove veniva coinvolto addirittura un intero paese) con il freak Davide Mengacci che la costringeva a telecamere spente a pratiche non troppo sane usando la sua tintura per capelli.
Ma nel 2007 avviene la svolta della sua vita: alle premiazione dei Telegatti, dove Mara partecipava in qualità di scalda sedia, il premier Silvio Berlusconi dichiara “ Se non fossi già sposato, la sposerei immediatamente. Però intanto un bel sorsone del mio cobra già che ci siamo?”, provocando le ire della moglie Veronica e spalancando la carriera politica e le labbra della Nostra. (FINE PRIMA PARTE )

Saturday 20 November 2010

Tempi duri per i VIP.
Già tempo fa l'eterno Lino Banfi (che per campare si ricicla da dissacrante e deforme voyeur in dolce nonnino che tutti vorremmo) lanciò un appello per la povera Laura Antonelli, ma ormai sembra un escalation di terrore e miseria, come manco i terremotati d'Abruzzo o gli alluvionati veneti possono immaginare.
Come se non bastasse l'ondata di decessi eccellenti che ci ha colpiti quest'anno, dobbiamo accontentarci di considerare una buona notizia il vedere il povero Francesco Nuti in carrozzina, mentre intorno a noi i divi cadono uno ad uno, sotto i colpi della miseria e, ben peggiori del fisco.
Non provate una morsa al cuore nell'immaginare il nostro latin lover per eccellenza, quel Califano che tanto ha fatto sognare le vostre mogli e fidanzate, costretto a sniffar coca utilizzando banconote da 5 euro, dopo aver diviso le piste usando una PostePay qualunque?
E che dire di Dolce & Gabbana, accusati (sicuramente in maniera ingiusta) di aver evaso un miliardo di tasse?
E non mi si incolpi di voler morbosamente aggrapparmi alla notizia se immagino un solerte quanto ficcanaso e borioso impiegato del fisco avvicinarsi al Re di tutti i sorcini con fare insinuatorio e domandargli: "Renato, quanto hai fatturato quest'anno?". "ZEROOOOOOH!".
À la prochaine.
E.

Friday 19 November 2010

DeconstЯuction of the MemoЯies # 3



Una delle più grandi colpe di mia madre è stata senza dubbio quella di negare a me e al mondo intero l’esistenza della tachipirina in compresse fino alle soglie del nuovo secolo. Questo, specie quando inizi a capire dai film su improbabili fughe da carceri di massima sicurezza che il tuo sedere deve essere patrimonio inviolabile, avrebbe scatenato tutta una serie di vicissitudini che mi avrebbero portato poi a vedere gli stati febbrili in genere come degli ignobili attentati al mio culo. Le supposte di tachipirina erano, e temo lo siano ancora oggi, non solo nei miei ricordi di bambino ma anche nella realtà, delle riproduzioni fedelissime in scala 1:30 dei missili Patriot che gli States usavano per contrastare gli Scud iracheni in piena guerra del Golfo, solo con la punta più acuminata e senza il viso di uno squalo incazzato che digrigna i denti. Ora, si da il caso che mia madre rispetti fedelmente gli orari di somministrazione farmacologica e se la prima supposta viene servita al malato alle due del pomeriggio per sfebbrarlo a dovere dopo il caffè è matematico che lo stesso paziente, una versione di me nemmeno adolescente e incurante ancora del mondo, verrà svegliato alle due di notte dalla madre, che, armata di supposta, sarà ben lieta di medicamentare con un Patriot in miniatura il suo retto ancora mezzo addormentato. Analogamente, la cosa poteva capitare al mattino, subito dopo la colazione, quando ancora pago del non dover andare a scuola e fiero del mio stato febbricitante mi preparavo all’ennesima mattinata in compagnia di Arnold, Vicky ed i Superamici nei loro costumi freschi di bucato.
Era proprio in quel momento esatto, quando mi gustavo l’ultimo rigurgito latte e cacao, che mia madre si presentava sulla porta della mia stanza con occhio vitreo e pronta, sì, diciamolo pure, a stroncarmelo nel diociliberi.
E mentre Arnorld chiedeva “Che cavolo stai dicendo, Willis?” tra finti applausi da sit-com il mio “Cosa cazzo vorresti fare, mamma?” con voce tremante rimaneva statico nel silenzio della cameretta.

Thursday 18 November 2010

Una modesta proposta per...

Una nuova legge elettorale

Se ,come me, foste dediti al masochistico piacere del "tenersi informati" non dovrebbe
esservi sfuggita la crisi di governo in corso ormai da luglio che potrebbe riportarci,presto o molto presto, alle urne. Eventualità questa che ha sollevato innumerevoli questioni, tra le quali spicca la necessità di riformare l'attuale legge elettorale,considerata da più parti vergognosa e definita dal suo stesso ideatore una "porcata".
Senza malizia e visto l'andazzo, dubito che tra chi ora propone solerte di formare un governo tecnico che si occupi solamente per poter riformare i meccanismi elettorali previsti dal "porcellum" abbia già un idea pronta.mancano i precedenti per sostenere il contrario.
Per questo ,animato da senso civico e dallo stesso livello di competenza di chi il lunedì mattina al bar si sente allenatore, ho deciso di formulare una mia modesta proposta per riformare la legge elettorale e che, per continuità linguistica,chiamerò Flagellum.
La mia idea prende le mosse dalla personale convinzione che sarebbe necessario innanzitutto ridare il giusto significato all'atto del voto, diritto e dovere di ogni cittadino che ultimamente sembra contare meno di giocare giocare al videopoker e,in secondo luogo, assicurarsi che chi si candida si stia rendendo effettivamente conto di quello che sta facendo e di quanto spirito di sacrificio e senso civico richieda il ruolo per il quale si candida.
Potrebbe sembrare strano ma entrambe le questioni hanno una soluzione molto semplice e per di più comune.La frusta. Da qui il nome della legge.
Il nucleo della riforma consisterebbe nel sostituire l'atto del marcare la propria preferenza per un candidato su un cartoncino con l'atto di marcare direttamente il candidato sulla schiena con un colpo di frusta. In più chi volesse candidarsi dovrebbe sottoporsi pubblicamente a un numero di frustate pari alla metà degli iscritti alle liste elettorali delle elezioni precedenti,così che possa farsi un idea precisa di cosa dovrà affrontare.
Questo ovviamente risolverebbe solo parte della questione, ma sarebbe un inizio.La necessità di farsi frustare per ogni voto ricevuto ridurrebbe di parecchio il numero delle cosiddette liste civetta e delle candidature del tipo "così ,tanto per infoltire la lista".La seconda parte della proposta è decisamente più controversa e riguarda il diritto di voto.
Ovviamente non si può dare o far dare un colpo di frusta a chicchessia senza sapere cosa voglia dire ricevere un colpo di frusta ,neppure in buona fede e nell'adempimento dei propri doveri di cittadino.Pertanto proporrei di estendere il diritto di voto a tutti coloro che ,compiuti i diciotto anni di età, si presentassero in comune nei tre giorni precedenti alla data prevista per le elezioni e si facessero dare una decina di frustate.Sostenendo e confermando così il proprio impegno di cittadino nei confronti del dovere del voto e di aver compreso cosa rappresenta per lui questo gesto. Questo impegno andrà rinnovato ad ogni elezione.Votare, in queste condizioni, non sarebbe più un obbligo,un dovere scaricato sulla schiena di cittadini che non potrebbero fregarsene di meno.Dubito, comunque, che qualcuno noterebbe la differenza.Questo dovrebbe garantirci elettori motivati e consapevoli delle capacità e competenze del proprio candidato/partito. Molto meno volentieri voteremmo, in una situazione come questa, un eventuale "male minore" o inghiottiremmo "rospi" fatti di coalizioni carnevalesche senza idee o futuro e ,a fronte delle scudisciate ricevute per poter esprimere la nostra preferenza, pretenderemmo candidati e programmi all'altezza delle nostre necessità e aspettative di cittadini.
Adattando queste meccaniche e trasferendole a parlamento e senato per l'approvazione dei decreti e dei disegni di legge dovremmo riuscire a ridurre anche il numero di leggi ad personam che tanto sono andate di moda negli ultimi anni e forse risveglierebbe il senso civico dei partecipanti al processo legislativo.
Non nego che come proposta possa sembrare un tantino estrema ma è aperta a essere discussa e modificata come il processo democratico richiede.Anzi, vi invito a esprimere la vostra opinione a riguardo,peccato solo che conti tanto quanto la mia cioè molto poco. Di mio comunque devo ammettere che ,se questa legge elettorale fosse stata in vigore negli ultimi quindici anni, forse non avrei mai votato.Il punto però è proprio questo. liberarsi dei pesi morti della democrazia e snellirne i processi. In più pensate a quante facce da culo ci saremmo risparmiati.

Wednesday 17 November 2010



Le cose stanno cambiando. Lo dicono i quotidiani del resto.
La parte sana del paese si ribella, grida alla rivolta contro le istituzioni e le mele marce cadono una ad una. La repubblica delle banane si sta armando e le formiche, nel loro piccolo, hanno preso ad incazzarsi davvero. Il problema in tutto questo però è che le armi restano comunque delle semplici banane e che le formiche alla fine rimangono solo formiche.
Il popolo discotecaro ha insultato pesantemente la signorina Ruby (marescialla minorenne della popparmata fino a ieri, troione maggiorenne candidata a diventare prossimo ministro della cultura domani) e questo ha dato nuova forza al vento del cambiamento. Va bene, ma i duemila euro per stare seduta su uno pseudo trono a sfondarsi di spumantini cortesemente offerti la baiadera li ha intascati. Quindi rimane da chiedersi: come cazzo soffia sto vento di cambiamento?
Ci beviamo di buon grado numeri secondo cui Saviano e soci avrebbero sconfitto la Marcuzzi (la cosa ci preoccupava quasi quanto l'assalto della falange armata dei Gotamiani), gridando al miracolo del buon senso italiano, perchè le cose stanno cambiando. Eppure non ci si chiede mai come in realtà funziona l'oscuro meccanismo dello share televisivo. E resta sempre da chiedersi: come cazzo soffia sto vento di cambiamento?
Quello che ci spaventa non sono le notizie sui quotidiani, chè tanto si sa, i giornalisti ci mettono sempre la loro parte; non sono nemmeno i ventimila pacchetti Grande Fratello a 20 vitruviani l'uno venduti nell'arco dei tre giorni antecedenti l'inizio del programma a stupirci, chè alla fine anche mia nonna guardava Topazio con Grecia Colmenares e nessuno l'ha mai ingabbiata in una prigione turca per questo.
Quello che ci spaventa sono i Claudio Scazzi che vogliono fare televisione con il cadavere della sorella ancora umido, i vari generali Delfino a spasso per il paese e le leggi ad personam che passano sottobanco, mentre col fumo negli occhi cambiamo i nostri status nei social network, inventandoci frasi sempre nuove.
Quello che ci spaventa (e lo diceva Tyler Durden il cui unico difetto era l'essere un personaggio immaginario in ogni dimensione) è il nome di un altro tizio sulle nostre mutande mentre là fuori va tutto a puttane.
Il futuro è una triste trentenne ossigenata male, che la sera non esce con il suo spasimante fante di coppe perchè deve raccogliere le melanzane nella sua fattoria virtuale e che vomita pacatamente bile tecnologica.

Monday 15 November 2010



L’ennesimo team di studiosi di inutilità applicate alla vita reale si è prodotto in una delle scoperte più entusiasmanti degli ultimi quattrocento anni: la Platycleis Affinis possiede degli attributi enormi; in altre parole, il grillo ha i coglioni grossi come le lune di Giove. Il tutto in proporzione.
La notizia in realtà non ha nulla di particolarmente nuovo.
La massoneria spicciola era solita venerare il Grillo quale simbolo di fertilità. Questo in virtù della sua panacea testicolare, tanto che addirittura Walt Disney, uno dei massimi esponenti del movimento, aveva scelto il grillo Gioacchino come co-protagonista del suo Pinocchio, preferendolo di gran lunga al mandrillo parlante Sasà e adeguando la sceneggiatura del lungometraggio al nuovo personaggio. Nel fotogramma rubato vediamo Gioacchino che si concede una pausa dalle riprese e sornione sorride all’approvazione del regista, pronto a sfregare con la mano destra il prorompente culodromo di Maria Concetta Dardanei, babysitter a tempo perso ed estimatrice della bella vita, facendole così provare il suo famoso orgasmo latrato.
Aristide Rugantini, massimo esponente della tribù dei pesciprendulo, commenta stizzito e con sarcasmo lo sciocco paragone secondo cui l’uomo, per eguagliare la virilità del grillo, dovrebbe avere una sacca scrotale del peso di 10 chili: “la mia famiglia era solita allevare una quantità spropositata di grilli, che solitamente venivano usati per la preparazione del succulento Testicule Boeuf ( lo stufato di coglioni ) che si diceva avesse grandissime proprietà afrodisiache.”
Quello che il buon Aristide però nasconde, e da qui si presume tutto il suo disappunto, è che tale dieta, ricchissima di proteine smegmatiche ma priva delle essenziali vitamine K e 73 necessarie per lo sviluppo circolare dello sfintere, avrebbe portato ben presto la dinastia dei pesciprendulo a sviluppare doti psichiche notevoli, quali ad esempio la divinazione guardandosi reciprocamente nelle palle o il poter provocare terremoti fino al sesto grado della scala Malaui sbattendo violentemente per terra le loro potentissime gonadi.
Nell’immagine di repertorio qui in basso viene mostrata la famiglia Rugantini durante i festeggiamenti per il ventunesimo compleanno di Paris Hilton alla XII sagra del baccello a Pomaia. Notare lo sfarzo nell'abbigliamento nonchè il malcelato imbarazzo di Gildo (il terzo da sinistra) che copre la sua prorompente maschialità, contrapposto all'esuberante spavalderia dello stesso Aristide (accanto a lui sulla destra) che mostra i suoi personalissimi dieci chili di disappunto.
Nella fila in basso i nipoti di Aristide (tutti figli di sua sorella Ervisa) ripresi nell'istante esatto dell'arrivo di Paris - tangibile la loro emozione - mentre si accingono a creare un minisisma in suo onore.

Addio, Maestro.

Sunday 14 November 2010





L'anno scorso il presidente cinese Hu Jintao fece Storia diventando il primo leader orientale a concedersi su una chat online con il popolo cinese per ascoltare i loro problemi. Il Presidente Wen Jiabao è andato oltre.
Allenato fin dalla più tenera età dal maestro Michele Miyagi, un temibilissimo Italo-cinese esperto di muay thai e chitarra solista, il Nostro entra in politica nel 1987 e subito diviene famoso allontanando, a suon di calci volanti nello stomaco, il manifestante che fermava i carri armati in piazza Tienanmen nel giugno dell’89.
Dopo aver sconfitto i suoi oppositori politici a colpi di nocchini nei denti e carocchie sulla zucca nel gran torneo di arti marziali Tenkaichi sotto gli occhi del suo maestro, diviene presidente della Repubblica Popolare Cinese nel 2003. Ed è da allora che, imbattuto, regge il suo paese, guidandolo dalla sua poltrona in pelle di yak.
Quest’anno, visto l’avvicinarsi del nuovo torneo Tenkaichi di medio termine e l’imbolsimento del fisico e della mente (dovuta a una fastidiosa sciatalgia che lo tormenta da due anni), si è reso conto che l’aiuto del popolo era fondamentale.
Le ginocchiate infide nelle palle e le gomitate sullo sterno questa volta non sarebbero bastati. Solo il glorioso popolo cinese poteva aiutarlo con il loro chiassoso tifo e, perché no, magari accompagnandolo sul ring come previsto dal regolamento.
Così ha deciso di viaggiare lungo tutta la Cina, casa per casa, risolvendo ogni piccolo problema dei suoi 1.336.920.000
cittadini: dal riparare l’Ape Cross dell’aitante contadino di Shangai, a battere i tappeti della casalinga di Pechino.
Qui lo vediamo, con il suo solito sorriso sornione, esibirsi nella sua mossa letale, “il cigno che scoreggia”, per risolvere una lite tra due condomini: la nana con la maglietta in bianco del piano terra , la signora Shau Lee Tzu (a sinistra), si lamenta che i capi bagnati stesi sul balcone da Kun Lee So, la donna con la maglia bordeaux a destra, gocciolino sul suo pianerottolo. Il regolamento condominiale parla chiaro: morte.

Questa volta per mano del presidente.

Wednesday 10 November 2010


E' proprio quello che ha esclamato alla presentazione dell'autobiografia di George W. Bush (ex presidente degli States e ora impiegato come Pony Express in un sobborgo di Soho) Maria Giuditta Rugginenti, in arte Brontolìo per le sue innate doti gastrointestinali; l'esclamazione, sospirata in riferimento alla stronzata del giorno secondo cui il texano dagli occhi di ghiaccio avrebbe ammesso di aver torturato solo a fin di bene, farà sicuramente scalpore.
Del resto quale padre non ha mai spianato a calci il deretano della propria prole per il loro bene?
La Rugginenti, che qui vediamo in una delle prime immagini tratte dal suo prossimo colossal "Caleidoscopio di cazzi", si è mostrata esterrefatta di fronte a passaggi toccanti del libro, come il racconto del pianto del nostro bungabungaro premier per l'11 Settembre o la morte del cane finocchio Serenello, e commenta indignata:
"Non condivido la scelta di pubblicare un'autobiografia che non racconta di fellatio sotto scrivanie o di riti orgiastici nella camera ovale! Dove finiremo?"
Qui di seguito l'anteprima dell'edizione deluxe per supporti digitali e fosse biologiche rudimentali.

Monday 8 November 2010




Tornano i Negramaro, la band che nel cuore di ogni appassionato superficiale di musica ha degnamente sostituito Ligabue o Biagio Antonacci, forti di un frontman che, potesse tramutare in fama il proprio ego, sarebbe già grande tre volte Mick Jagger (e fisicamente ci siamo anche, direi).
Il loro nuovo, bellissimo singolo, che tutti avrete già ascoltato fino alla noia, era stato da me colpevolmente evitato fino adesso a causa del suo titolo fuorviante: Sing-hiozzo.
Fortunatamente l'adeguata interpretazione del buon Giuliano corre in mio soccorso, facendomi capire subito che in realtà si tratta di Bal-buzie: sai che casino cantare contraendo di continuo il diaframma involontariamente, altrimenti?
Il brano si trascina stancamente fino al termine dei suoi quattro canonici minuti, un tempo interminabile in cui veniamo cullati dai singulti che ormai siamo abituati a riconoscere in ogni singola frase pronunciata dall'umile Sangiorgi, tant'è che anche a noi, parafrasando proprio il ritornello, viene da dire che siamo stanchi da morire.
À la prochaine.
E.

Quando Joseph Mortimer Granville non era troppo impegnato a giocare alla peppa e a sfondarsi di amaro con i suoi amici al bar "Da Gisello", si dilettava con sua moglie nella sperimentazione del suo tanto decantato hobby dello sbucciare rami d'acero fino ad ottenere falliformi oggetti per il pubblico diletto, nonchè utilissimi strumenti per convincere Mario, mulo da soma di suo cognato Michelino da Avetrana, a percorrere il tratto Francavilla-Faggiano senza tante storie. Le cronache tardo vittoriane narrano che gli venne conferita la laurea ad honorem in medicina per aver introdotto l'uso del bananiforme pitingus come valida cura all'hysteria.

- Dottore, mi sento un fuoco dentro, la testa mi esplode, alle volte credo proprio di impazzire! - si lamentava il paziente.
- Inserisca nel suo retto questo canadair per tutta la sua maestosa lunghezza! - sentenziava il dottorino.
- Sa cosa, dottore? Mi sento già meglio solo a guardarlo quell'affare. -

Ma non temete, le peripezie del buon Giuseppino Mortimer Granville, analista (è il caso di dirlo) per passione, saranno narrate in un film dal cast stellare. Per ora confermati solo Johnny Depp, Cicciolina ed il mulo Renzo, figlio del fu Mario; alla regia, forse, Scorsese o Francesco Malcom.

Sunday 7 November 2010


Natale 2010: idee regalo per il partner.

Direttamente dalle fucine infernali del quarto cerchio, una delle migliori proposte atte a suggellare l'unione di due amanti deprezzati dal tempo. La maraviglia proposta ( zero carati, puzzo di carogna garantito per almeno 4 - quattro - anni ) si eleva da qualsiasi logica legata al mondo delle asteracee per divenire prepotentemente l'oggetto più desiderato dalle massaie intontite da Pomeriggio 5 e dedite alle più ignobili pratiche di obnubilatio mentis ( clisteri rettali alla camomilla ). Questo grazie al suo prezzo imbattibile - solo 159.99 € - e al suo design accattivante, che non mancherà di stupire amanti della peloriagrembus e cultori del bvon gvsto ( sodomiti incalliti ).

Friday 5 November 2010



Quando un concerto, o un’esibizione in genere, non va secondo le proprie aspettative le comode scappatoie per non assumersi alcuna responsabilità prevedono essenzialmente tre o quattro soluzioni, tra cui spiccano grandi classici come “il pubblico non ha capito la nostra musica” (e la scusa può funzionare molto bene se si conta di proporre un repertorio dark anni ottanta alla sagra del polipo con le patate di Melendugno) e “il tecnico ha fatto un lavoro pessimo” (che si stia parlando del tecnico audio, del tecnico delle luci o semplicemente del panzone unto che prepara gli hot dog con il camioncino parcheggiato sulle strisce è da decidersi sempre in separata sede).
Ora, che gli Onions avessero suonato male (di merda) era palese a tutti e quattro i membri della sgangherata formazione, tant’è che persino un cane nelle vicinanze, nel momento in cui Greg si produceva in uno dei suoi celebri acuti, aveva pensato bene di farsi sentire con un ululato tra i migliori del suo repertorio. Tuttavia, questa volta, complice una fulminante diarrea che aveva colpito il signor Trippa, la scusa del tecnico poteva essere più che plausibile vista la presenza al mixer di tal Angelo il Crucco.
Angelo era un buffo ometto sulla quarantina che, solo per aver trascorso sei mesi della sua vita ad avvitare bulloni in uno dei primi stabilimenti della Bosch, veniva chiamato “il crucco”, soprannome a cui si sarebbe sicuramente allacciata tutta la sua progenie almeno fino alla quarta generazione. Del resto a Criptalie funzionava così e dallo scoprire di aver avuto un nonno becchino al portarsi dietro un soprannome che lo ricordasse in eterno il passo era molto breve.
Il povero crucco aveva tentato la fortuna fuori dal paesiello, poi, come tanti prima e dopo di lui, era ritornato a casa per qualche funerale a caso ed era finita che c’era rimasto. Si era procurato un furgone e aveva iniziato dapprima a commerciare frutta come terza parte, fino ad aprire, pian piano, una sua attività. Era diventato così Angelo il fruttivendolo.
Eppure il crucco non era mai scomparso del tutto e le malelingue raccontavano che i sogni del rinato fruttivendolo fossero tormentati da Hitler in persona, che, inneggiante alla nascita di un quarto reich, gli ordinava di investire tutti i suoi guadagni nell'acquisto di un nuovo arsenale per la terra tetesca. Queste voci alla fine erano arrivate anche ad Angelo, che, dopo tanto riderci su, aveva cominciato a sognarlo sul serio Hitler, ma macrocefalo e con le fattezze invecchiate del figlio dodicenne di sua cognata. Sulle prime solo alcune notti al mese. Poi sempre più spesso, con cadenza quasi giornaliera. A nulla era valso eliminare dalla dieta le peperonate violente al chiaro di luna della signora Giovanna sua moglie e anche raddoppiare il quantitativo di amaro digestivo (del napalm agricolo di produzione squisitamente casereccia) non era servito a molto.
Reise Engel, Raise!

tratto da "Greg and the Tropea Onions" - MDX Ediz. 2003)

Wednesday 3 November 2010



Buone nuove dal bel paese. Direttamente dal Leggo di oggi, tirato con la fionda agli utenti in ogni stazione della metropolitana, si legge in prima pagina "Un'escort: sesso a pagamento con Silvio e Brunetta."
Stupore? Clamore? Sconcerto?
No, curiosità pura. Siamo lettori sfegatati di Tolkien in queste lande desolate e due hobbit minivergadotati che, come amanti malandrini, partono alla conquista del monte Fato per il sacro anello li vedremmo anche a caro prezzo!


Tuesday 2 November 2010

Non c'è limite alla bellezza, alla gioia, alla bontà umana.

Amici di Idiosincrasia Alterata, è con letizia che inauguro la nuovissima rubrica Do Re Fart Burp, che, quando ne avremo tempo, voglia e diletto, vi presenterà le bellezze cinematografiche, musicali e di attualità che ci si pareranno innanzi.

La gaiezza ha inondato il mio petto quando, un paio di giorni fa, i miei occhi si sono soffermati su di una notizia forse secondaria, ma che in tempi di cronache avetranesi ridà fiducia nel genere umano. Vanna Marchi è amica di Anna Franzoni. Due donne il cui nome di battesimo è diviso solo da una piccola, inutile consonante, giocano a tressette, ramazzano la cella, spettegolano dei secondini, tutto insieme, come vecchie comari sedute davanti alla porta di casa in un qualsiasi paesino del Sud.

Solo che loro lo fanno dietro le sbarre.

Le due, ritenute colpevoli di misfatti che giammai mi permetterei di giudicare in questa sede, se non fosse per il pigiama a strisce parrebbero proprio due vicine di casa, di quelle gentilissime che magari preparano profumate saponette da regalare ai vicini, alla guisa di moderne Leonarda Cianciulli, in pratica.

Par di vederle, l'una a smerciare libri, l'altra impegnata in cucina, l'una sorridente a consigliare letture moralmente edificanti, l'altra con tanto di grembiule a destreggiarsi tra i fornelli (e chissà se è concesso uno strappo alla cucina emiliana a favore di quella cinese, con delle alghe fritte in onore del personaggio a fare da antipasto ai luculliani pranzi delle detenute), entrambe con quello sguardo buono e carico d'amore a cui siamo ormai avvezzi.

Mentre siamo impegnati a scandalizzarci ipocritamente per un innocuo bunga bunga (senza peraltro nessuno che si domandi quanto stia soffrendo di questa situazione la povera Noemi Letizia) o a idolatrare nei reality individui che farebbero la loro porca figura da un logopedista (ma di quelli bravi), mi pare una notizia con cui aprire i tg, e non vedo perchè voi non dovreste essere D'ACCORDO?!?

À la prochaine.

E.